Mi serve un lavoro, va bene. Ma non sta scritto da nessuna parte che il lavoro che trovo debba per forza mandarmi in vacca il cervello, no? Vedi, tutto quello che voglio è mettermi in tasca abbastanza quattrini per sbarcare il lunario per un anno o due, finché riesco a organizzarmi meglio; nel frattempo desidero conservare la mia identità. Di conseguenza, ciò che più mi preme di evitare è qualsiasi tipo di lavoro che possa essere considerato a buon diritto "interessante". Desidero qualcosa che non possa assolutamente toccarmi.Frank e April pensavano di essere diversi. Diversi dagli uomini convinti che sposarsi significhi mettere testa e moglie a posto, diversi dalle donne costrette a riporre la femminilità sulla credenza, accanto alla bottiglia di bourbon, che poi magari si tira fuori la sera dopo per la cena a casa dei Campbell. Diversi da tutta quella cortesia borghese ammassata nei giardini di Revolutionary Road.
Chissà se Frank e April erano davvero diversi, prima. E chissà poi se la diversità è un fattore congenito o una concessione successiva, una sorta di ricompensa che si ottiene per aver avuto la costanza di rifiutare, nel tempo, ogni imposizione che possa in qualche modo conformare le singole personalità a un unico stereotipo più socialmente accettabile. Non che questo abbia importanza in realtà, basta la convinzione di essere migliori a creare il delirio di onnipotenza: Noi siamo diversi da Voi. Voi non ci avrete mai. E la cosa peggiore non è l’attimo in cui vi accorgete di essere diventati come gli altri, ma il momento in cui siete costretti a rendervi conto che siete sempre stati uguali agli altri, che il vostro era solo un modo ipocrita e falso di ribellarvi a uno schema che già vi era penetrato nelle ossa. Come il libro di Richard Yates, ficcato in mezzo alla vertebre.
– Il denaro è sempre una buonissima ragione – disse ancora John. Prese a camminare su e giù sul tappeto con le mani in tasca. – Ma non è quasi mai la ragione vera. Qual è la ragione vera?Qual è la ragione vera? Cos’è che vi ha spinto a tirare il freno a mano? È semplice indirizzare la colpa all’esterno, rintanarsi dietro alibi e moventi, piuttosto che accettare l’idea che siamo stati noi, noi e nessun altro, ad aver abbandonato il nostro sogno. Eppure è questo che succede, dentro e fuori dal romanzo; un’attribuzione reciproca di colpe, un rigetto continuo e incontrollato di recriminazioni, affanni e rancore: noi siamo diventati come loro a causa tua, a causa dei compromessi che io ho dovuto accettare per te. In realtà non so neanche se ci sia ancora un noi su cui discutere. C’è un marito e c'è una moglie, due miserie a confronto.
April non aveva davvero voglia di parlare; non con lui comunque. Tutto quel che voleva era sfogarsi, liberarsi recitando la parte della malinconica e della disillusa, e aveva scelto lui come spettatore.
Nota cinematografica: che fosse una ghiotta opportunità trasportare la storia di Frank ed April sul grande schermo fu chiaro già all'epoca della pubblicazione del romanzo, occasione però colta solo nel 2008 da Sam Mendes. Una trasposizione assolutamente all'altezza del libro, resa celebre dalla vincente accoppiata DiCaprio-Winslet.
mi piace troppo il modo in cui parli dei libri, sei un'incantatrice per me!
RispondiEliminaRevolutionary Road lo corteggio da anni, ma tra la solita storia del film (bellissimo, indimenticabile) che mi ha già raccontato tutto e il fatto che non sia mai andato in edizione economica (mi sbaglio o si trova solo in copertina rigida?), non ho avuto ancora modo di leggerlo. Lo farò...
Grazie innanzitutto! Sai cosa? Ho una strana "riverenza" nei confronti di storie del genere. Se un film mi colpisce particolarmente è come se mi sentissi quasi obbligata a leggere il libro per rendere il giusto merito all'autore. Come per ricordarmi: "il film è stato fantastico ma è l'autore X che ha scritto questa storia, lui è il genio".
EliminaStesso discorso per Espiazione, conoscendo la trama la sorpresa è dimezzata ma l'effetto è ugualmente emozionante.
Revolutionary road è nella mia wish list da sempre e ancora non sono riuscito a leggerlo!
RispondiEliminaDirei che allora questo è il momento giusto per farci un pensierino! ;)
Elimina"E la cosa peggiore non è l'attimo in cui vi accorgete di essere diventati come gli altri ma il momento in cui siete costretti a rendervi conto che siete sempre stati uguali agli altri"
RispondiEliminaQuanto è vero! Devo leggerlo assolutamente!!! Quanti libri ho in lista... forse una ventina... ce la posso fare :) Sempre bravissima Maria! Baci virtuali Fra
Portalo in cima alla lista Fra, ne vale la pena.
EliminaUn bacione grande
"Due miserie a confronto" è una definizione assolutamente calzante.
RispondiEliminaBel commento, con cui concordo. E' stata una lettura magnifica, cui ancora penso, ogni tanto.
Il film di Mendes è una perla, raramente ho apprezzato tanto la trasposizione cinematografica di un libro!
Oggettività anche in questo caso.
EliminaTi confesso che è stato molto difficile dire qualcosa a proposito di questo libro, contemplando il foglio bianco non riuscivo a scrivere una parola. Una che fosse una!
Anche qui, un pugno nello stomaco.
E' un libro bellissimo e a mio parere sottovalutato. Yates meriterebbe di essere ai primi posti nella letteratura americana. Revolutionary Road è un libro straordinario. Il film mi manca. Devo ammettere che l'ho scaricato e aspetta solo di essere visto. So che mi piacerà perchè anch'io amo il duo Winslet-Di Caprio. Ti do retta e una sera di queste me lo vedo!
RispondiEliminaOttimo! Poi torni qui e mi dici come l'hai trovato! ;)
EliminaMaria , quando ho visto il tuo link sul mio blog, non ricordavo la tua immagine, ma appena trovato il blog , mi è venuto in mente tutto , la mia iscrizione (anche la tua o sbaglio? forse sbaglio?! la faresti per farmi felice!)....e i tuoi interessanti post.
RispondiEliminaRevolutionary Road è un libro bellissimo, e lo stesso dicasi per il film( anche se ti devo confessare che non ho un debole per Di Caprio..me ne dispiace...). In questa pellicola due attori altamente convincenti..
Giusta la tua prefazione. Cercare un lavoro è necessario, ma calpestare la propria personalità..MAI!!!!!!!!
Quando lo lessi, non lo trovai così entusiasmante come mi aspettavo; un libro lento e acerbo (fatto comprensibilissimo visto che si tratta della prima opera di Yates), ma devo dire che nella tua recensione ho trovato spunti di riflessione sui quali non mi ero soffermata troppo a suo tempo. Ulteriore dimostrazione di quanto sia utile e costruttivo avere un punto di vista diverso :)
RispondiEliminaSai quante volte capita anche a me? Ecco perché, in alcuni casi, rileggere è molto importante!
Elimina