Ci sono quasi tutti, tutti quelli che sono rimasti della famiglia. C'è Dude, l'ultimo dei diciassette figli dei Lester, e sua sorella Ellie May. Ellie May sarebbe già sposata se non fosse per quel taglio che dal labbro superiore raggiunge la narice sinistra. Gli uomini potrebbero andare a dormire con Ellie May ma non riuscirebbero a svegliarsi e guardarla in faccia, la mattina dopo. Così disse Lov una volta. Ada è ferma sulla soglia di casa, sta masticando uno stuzzicadenti che sposta con la lingua da un lato all'altro della bocca. Ada è la moglie di Jeeter Lester, è la madre di Dude, di Ellie May, e di Pearl – la sposa dodicenne di Lov. Lov è andato a casa dei Lester perché spera che Jeeter lo aiuti con Pearl, che la convinca a comportarsi come una "vera moglie". Jeeter non pensa ad altro che alle rape. Nonna Lester tira fuori la testa dal suo nascondiglio. Lov stringe il sacco con entrambe le mani. Jeeter dice a Lov che farà tutto ciò che occorre con Pearl, ma prima ha bisogno delle rape. Lov non ha intenzione di dare ai Lester le sue rape. Dude colpisce ripetutamente col pallone da baseball il muro di casa, facendo tremare le assi di legno marcio. Lov cerca di restare concentrato. Ellie May si avvicina a Lov, strisciando sulla sabbia bianca, sollevandosi sulle mani e sui piedi. Lov guarda Ellie May e lei gli sorride; la gengiva che sporge è di un rosso vivo, come se sanguinasse. «Sembra la tua vecchia cagna quando andava in calore» dice Dude, rivolgendosi a Jeeter. Ada osserva la scena, nonna Lester si sporge lentamente. Ellie May raggiunge Lov, si siede sulle sue gambe. Jeeter fa un passo verso Lov, tenendo sollevato il piede qualche secondo in più prima di riportarlo a terra. È il momento: la preda non ha scampo.
Questa è la scena che apre La via del tabacco, il romanzo nel quale Erskine Caldwell riprende tutti gli elementi della southern literature. Insieme a Fermento di luglio e a Il piccolo campo, infatti, La via del tabacco compone una sorta di trilogia intitolata Il ciclo del sud.
È un libro di denuncia, che evidenzia le condizioni di povertà, l'irreparabile ignoranza e i (conseguenti) pregiudizi razziali della gente di campagna del sud degli Stati Uniti negli anni che seguirono la grande crisi. Ma il realismo utilizzato da Caldwell nel racconto è così estremo, così estremamente reale, che gli eventi più drammatici si combinano in modo assurdo, paradossale, quasi inverosimile, e la tensione raggiunge livelli insostenibili. Dal contrasto tra dramma e comicità nasce il grottesco, quell'aggettivo così fluido che non si riesce mai a collocare nel modo giusto. E allora, se volete farvi un'idea un po' più precisa di che cosa sia il grottesco, dovete conoscere la famiglia Lester.
Jeeter Lester indossa il suo cappello di feltro nero la mattina, appena sveglio, ed è l'ultima cosa che toglie la sera prima di addormentarsi. Dorme sempre con lo stesso vestito, sebbene Ada gli abbia detto di lavarsi prima di andare a letto. Lui non l'ascolta mai, e allora lei gli impone di tenere i calzini, così che i suoi piedi lerci non sporchino le lenzuola. Jeeter ha promesso tante volte di curare il labbro leporino di Ellie May, ma quando va in paese trova sempre una scusa per spendere il denaro in altre circostanze, secondo lui un po' più urgenti. La verità è che a Jeeter Lester non interessa nulla che non sia la sua terra sulla via del tabacco. L'ha ereditata da suo nonno, quando ancora i contadini facevano rotolare le botti piene di foglie di tabacco essiccate lungo la strada in direzione del fiume Savannah. Anche se la crisi ha prosciugato i risparmi dei Lester, rovinando la sua casa e la sua famiglia, Jeeter pensa sia solo una questione di tempo: prima o poi troverà il modo di mettere insieme qualche soldo per tornare a coltivare la sua terra. È un incarico che gli è stato affidato direttamente da Dio, ne è sicuro. Ecco perché, a differenza degli altri contadini, non ha mai pensato di andare a trovare lavoro in città. Anche solo considerare l'idea è inaccettabile. A costo di morire, di morire tutti, che è proprio quello che sta succedendo.
Secondo me lo scrittore di narrativa grottesca (...) è in cerca di un'immagine che unisca o combini o incarni due punti; un punto è nella realtà concreta e l'altro è un punto non visibile ad occhio nudo, ma nel quale crede profondamente, per lui davvero altrettanto reale quanto quello che vedono tutti.
La definizione puntuale di grottesco è di Flannery O'Connor, nelle parole del saggio Aspetti del grottesco nella narrativa del sud, contenuto nella preziosissima raccolta Nel territorio del diavolo. Il romanzo di Caldwell è pieno di episodi grotteschi, i personaggi stessi sono esasperati, trasfigurati nella loro umanità. La prima scena è già un esempio perfetto: i Lester accerchiano Lov come se fossero un branco di lupi in un momento di caccia. Ognuno conosce il proprio ruolo senza averlo concordato. È tutta una questione d'istinto.
Il corteggiamento di Ellie May non ha niente di umano: geme e si contorce come una "cagna in calore", costringe Lov a guardarla, così che Jeeter possa compiere il primo passo. È selvaggia, spaventosa. La sua deformità ci allontana (nessun uomo si sveglierebbe accanto a lei), ma il suo mistero ci attrae, in quel punto d'intersezione tra ciò che vediamo e ciò che percepiamo, al di là di lei, dentro di lei. Il labbro di Ellie May è un dettaglio che lo scrittore utilizza per soccorrere il lettore, perché rende il contrasto tra reale e immaginato più scioccante, e allora più comprensibile. Ma, al contrario di quanto si possa pensare, e proprio in virtù del suo aspetto, il personaggio di Ellie May è più puro, meno corrotto di Jeeter. È sempre la stessa scena a suggerirvi la soluzione, non fate lo stesso errore di Lov. La deformità di Jeeter è più sottile, più normale, ancor più violenta, perché più vicina a noi.
Questo è il vero senso del grottesco. Questo è tutto il fascino della southern literature.
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La via del tabacco, Erskine Caldwell. Fazi, 2011. Traduzione di Luca Briasco.
Da quando ho incontrato Flanney O'Connor questo approfondimento sulla letteratura grottesca mi interessa molto! Ne voglio di più :)
RispondiEliminaÈ la stessa cosa che è successa a me: così straniante, quasi respingente, ma poi ti cattura e non sai come uscirne. Anche perché più pensi di aver capito più ti sfugge, e allora ne cerchi ancora.
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