Il termine lezione provoca quel che è comunemente conosciuto con il nome di “reflusso dello studente”.
Questa patologia, che colpisce indistintamente sia uomini che donne, può manifestarsi in qualunque momento della vita, a prescindere dalle condizioni del singolo. D’altronde, da vocabolario, lezione è: «l’attività didattica svolta da un docente con uno o più allievi in un tempo determinato»; l’insegnante, posto per diritto acquisito a un livello superiore della gerarchia accademica, impartisce nozioni dall’alto delle sue conoscenze, riducendo drasticamente il potere d’azione del suddetto apprendista che reagisce assecondando l’indottrinamento con reverenziale sottomissione. In questa situazione è raro che il sottoposto sviluppi un interesse a sviscerare l’argomento per conto proprio.
Così, negli anni a venire, rifuggirà da ogni occasione d’apprendimento imposto. Nella migliore delle ipotesi, il soggetto affiderà alla lettura il suo tempo libero, purché l’attività sia comunque immune da qualsivoglia riferimento all'insegnamento.
Diversi studi si sono avvicendati nel tempo per cercare una cura a questa distorsione ma, ad oggi, non ci sono esiti accertati. In via sperimentale, tuttavia, un gruppo di esperti ha messo a punto un metodo che sembra garantire risultati soddisfacenti nel 50% dei casi. Un soggetto su due, secondo riscontri di laboratorio, grazie a un approccio alla materia meno invasivo, riesce non solo a tenere sotto controllo i sintomi, ma dichiara di provare una sorta di, citiamo testualmente, “piacere intrinseco del sapere”.
E dunque, dopo questi bizzarri preamboli in cui tanto mi distendo, cos'è che andiamo a fare?
E dunque, dopo questi bizzarri preamboli in cui tanto mi distendo, cos'è che andiamo a fare?
Andiamo a studiare le Lezioni americane di Italo Calvino.
Il 6 giugno del 1984 Calvino fu ufficialmente invitato all’Università di Harvard a tenere le Charles Eliot Norton Poetry Lectures. Si tratta di un ciclo di sei conferenze, a tema libero, che potevano svolgersi in ogni forma di comunicazione poetica – letteraria, musicale, figurativa.
Il 6 giugno del 1984 Calvino fu ufficialmente invitato all’Università di Harvard a tenere le Charles Eliot Norton Poetry Lectures. Si tratta di un ciclo di sei conferenze, a tema libero, che potevano svolgersi in ogni forma di comunicazione poetica – letteraria, musicale, figurativa.
Prima di partire per gli Stati Uniti, delle sei lezioni Calvino ne aveva scritte già cinque; la sesta, Consistency, contava di scriverla sul posto. Le Norton Lectures cominciarono nel 1926 e, nel corso del tempo, sono state affidate a nomi come T.S.Eliot, Igor Stravinsky, Jorge Louis Borges, Northrop Frye, Octavio Paz.
Il sottotitolo che racchiude le lezioni di Calvino, Sei proposte per il prossimo millennio, introduce l’intenzione di fornire una serie di strumenti per interpretare la letteratura ma, in generale, dei suggerimenti per accogliere al meglio le trasformazioni che la società avrebbe subito con l’avvento del nuovo millennio. Le lezioni vennero pubblicate postume, nel 1988.
Conto di approcciarmi a ognuna delle lezioni nel modo più semplice possibile, provando a lasciarmi alle spalle il timore che un cognome di tale spessore mi trasmette, estraendo l’essenziale da ogni insegnamento, tralasciando tutto quello che potrebbe risultare scolarizzante in senso stretto. Promesso.
***
Lezioni americane, Italo Calvino. Mondadori, 2010.
Mi piacerebbe capire a cosa si rifersicano gli studiosi con quell'"approccio alla materia meno invasivo" che permetterebbe di raggiungere l'amore autentico per la conoscenza: mi farebbe comodo capire come produrlo in classe... Seguirò quindi molto volentieri le tue riflessioni sulle Lezioni americane! :)
RispondiEliminaNon prendermi così sul serio, non ho proprio niente da insegnare! ;)
EliminaPenso solo che il motivo per il quale la saggistica viene spesso snobbata sia perché ha quell'alone di "testo inarrivabile", dovuto anche un po' al fatto che se ne sente parlare a scuola e si ha timore a riprenderla in seguito. Questo di Calvino mi sembra un ottimo testo ed è un vero peccato non parlarne. Ho pensato quindi di rivedere una lezione alla volta in ogni articolo in modo molto semplice, senza cattedra e insegnanti. Questo è il "metodo". Come una semplice lettrice insomma, che con le sue conoscenze cerca di venirci a capo! :)
Her@
RispondiEliminaPer "metodo non invasivo" credo che voglia dire questo: non obbligare lo studente a studiare la materia che non gli và, ma bensì persuaderlo adattando la materia indesiderata alla personalità dell'allievo.
Far conoscere sotto un'altra luce la materia tanto odiata, e rendergliela simpatica.
Insomma, un po' come quando una persona ci sembra antipatica, ma poi conoscendola meglio, ci sta simpatica e addirittura si diventa amici.
Questa è la mia idea. Non esiste nessun metodo però, tutto quello che ho scritto (sulla malattia, sui risultati e sugli studi di laboratorio) era solo una burlonata che ho inventato per introdurre l'argomento.
EliminaRipeto, non prendetemi sempre sul serio.
Mi piace molto scherzare! :)
Her@
RispondiEliminaCara Maria, scherzando scherzando hai scritto una cosa che dovrebbe essere d'obbligo nelle scuole. ;)
Purtroppo, alcuni metodi d'insegnamento non sono proprio ottimali per tutti gli studenti. Perché non tutti hanno lo stesso approccio nella materia da studiare.
P.s. sono io che sono troppo seria su certi argomenti
seguirò con grande interesse questi tuoi post sulle Lezioni americane; è una vita che vorrei leggerle, ma a quanto pare non mi sono ancora imbattuta nel momento e nello spirito adatto. Curiosissima di sapere cosa ne pensi :)
RispondiEliminaSplendide le lezioni del Calvino, un libro imperdibile per ogni amante della Letteratura (con la L maiuscola). Forse Calvino, riallacciandomi al tuo discorso introduttivo Maria, aveva capito come interessare il suo pubblico, come spingerlo ad essere protagonista delle lezioni stesse. Non bisogna certo poi mischiare le lezioni di questo genere con quelle "tradizionali" a cui noi studenti siamo stati costretti ad assistere negli anni. Forse è nell'interesse del professore stesso - Calvino in questo caso - verso la materia, e quindi al volerla trattare come una continua meravigliosa scoperta, che ne rende tanto interessante e quindi seguibile il contenuto.
RispondiEliminaMa perché sto facendo tutto questo discorso? Non lo so; aspetto le prossime puntate Maria per ripassarmi anche il contenuto dell'intero libro, visto che alcune lezioni non me le ricordo interamente :D
-Gabriele
L'interesse del professore per la materia è un elemento fondamentale; puoi trasmettere passione solo se sei il primo a provarla, altrimenti è meglio rinunciare.
Eliminap.s.: ci piacciono le divagazioni! ;)