Quando ho incontrato Fausta a Roma (ndr Fausta Di Falco, editrice di Verbavolant) la prima cosa che le ho chiesto è stata: «Perché non sei andata via dalla Sicilia?». Pensavo a me: io ho un rapporto contraddittorio con la mia città, fatto di momenti molto intensi e tradimenti mai perdonati. Con quella domanda pensavo di darle un appiglio, che poi avremmo potuto utilizzare per lamentarci di tutte quelle promesse che il nostro paese non mantiene.
E invece lei mi risposto: «Io non ho mai pensato di andare via dalla Sicilia. Volevo aprire una casa editrice e volevo farlo a Siracusa, nella mia città». Perché è la mia terra, mi ha detto, non mi sarei mai sentita a casa da un'altra parte. Così semplice? Possibile? Ho cominciato cercare io qualche appoggio, aggrappandomi a dati, numeri e percentuali che avrebbero potuto supportare la mia tesi. Cose del tipo: «Una casa editrice è prima di tutto un'attività imprenditoriale, perché non ridurre i fattori di rischio e scegliere un luogo più favorevole? Con la cultura non si mangia, no?». Lei m'interrompe: «Sai che io non ci credo tanto in questa cosa che hai detto?». È stato in quel momento che ho deciso che l'intervista avrebbe dovuto prendere una direzione diversa. Ho lasciato che mi raccontasse il suo entusiasmo in una dimensione più libera, senza permettere alla mia disillusione di fermarla.
Avviare la casa editrice non è stato semplice, ma sapeva che "difficile" sarebbe diventato "impossibile" se alla prima sfida si fosse tirata indietro. È una delle qualità che Fausta si riconosce, quella di non fermarsi mai. Una determinazione che sente di aver ereditato da sua nonna, insieme all'amore incondizionato per i libri. I suoi genitori, invece, non perdevano mai l'occasione di proporsi con qualche citazione classica: «Complimenti per la tua laurea! Ad maiora!». Locuzioni che Fausta ha studiato alla facoltà di lettere, richiamate alla mente quando sopraggiunse la necessità di dare un nome al progetto.
Vorrei che le parole dei nostri libri accompagnassero i lettori nella loro vita… ecco qui: le parole che volano assieme a loro. Pensare alla seconda parte del motto diventa inevitabile ed ecco che ci ricolleghiamo alla parola stampata sulla carta. Il logo è una conseguenza di questa idea. Un libro le cui pagine si sfogliano al vento.
Le idee si muovono, crescono e si evolvono attraverso un confronto costante tra tutti gli elementi coinvolti nell'attività della casa editrice. Le persone, a prescindere dai ruoli. E allora mi sono detta che forse quello di Fausta, insieme ad altri piccoli e grandi progetti che scelgo di raccontarvi, è qualcosa di vero in cui, a prescindere dall'età, possiamo ancora provare a credere.
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